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Gay & Bisex

La mia adolescenza 27


di FRANK_1987
24.06.2019    |    6.408    |    5 6.1
"Con tutta la rabbia che ho dentro, mi precipito da lui..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): Il prossimo capitolo uscirà DOMENICA. Questi racconti si collocano prima dell’inizio della saga “IL FIDANZATO DI MIA SORELLA”. Possono essere considerati dei prequel non dei sequel, quindi, se volete leggerli immedesimandovi, dovrete dimenticare tutto quello che avete letto finora o almeno cercare di posticiparlo nella vostra mente in modo da rendere queste letture più facili senza confondervi cronologicamente.

Una scioccante verità

CAPITOLO 27

“Succhia puttana, succhia”
“Si, che bello…mmpphh…che buono”
“Infilatelo tutto in gola”
“Spingimelo…mmpphh…tu”
“Vuoi essere trattata da troietta eh?”
“Si, voglio…mmpphh…essere sottomessa”
“Va bene, ti accontenterò subito. Fatti scopare la gola”
“Squarciamela”
“Che zoccola che sei”
“Fottimi la bocca…mmpphh…nonnetto”
Chi sta parlando, o meglio, godendo sono io. Sono inginocchiato in un vicolo buio adiacente il locale gay davanti ad un cazzo di 17cm infilato tutto nella mia gola. L’altra parte del corpo attaccato al pene e’ di proprietà di un uomo di 65anni dalla pancia straripante. Ha un cazzo affusolato alla punta ma grosso in prossimità della radice e quando me lo ficca tutto in bocca, sente le pareti del mio cavo orale dilatarsi a più non posso. I peli bianchi e riccioluti del suo pube mi solleticano il naso e il mento. Anche di lui, come del ragazzo dal papillon rosso incontrato nel bagno della discoteca veneziana, non conosco il nome. So solamente che e’ un uomo sovrappeso, con la pancia grossa che gli copre leggermente il ventre, ha i capelli corti bianchi, gli occhi neri e un baffo folto dello stesso colore dei capelli. Non ero mai stato con un uomo così vecchio ma la mia sete di sborra mi sta portando a valicare confini che non pensavo di valicare. Prima il mio tipo di uomo era un tipo esageratamente muscoloso e depilato ma adesso, pur mantenendo i miei ideali iniziali, hanno cominciato a piacermi pure gli uomini maturi, dai 40 in su. La cosa che mi eccita di loro e’ il vedermi come un bambolotto con il quale giocare, per ricordare gli anni quando, da giovani anche loro, facevano scintille.
“Ti piace il cazzo eh?”, mi chiede
“Lo adoro”
“Sei un bellissimo frocetto”, si complimenta con me accarezzandomi i capelli e poi la guancia destra con la sua mano rugosa
“Il tuo cazzo e’ veramente grosso”
“Lo so, ha fatto impazzire in tanti”
“Che ne diresti di infilarmelo nel culo?”
“Non posso, si sta facendo tardi”
“Ma il mio culetto lo reclama”, gli dico guardandolo tristemente cercando di impietosirlo
“Mi dispiace ma devo andare, i miei nipoti mi stanno aspettando. Accontentati di farti inondare questa gola da puttana che hai”, mi risponde
Quest’ uomo maturo ultrasessantenne non ha voluto osare di più, si sta accontentando di un pompino forse perché nessuno dei presenti gli si e’ avvicinato per farsi scopare ma quando si e’ avvicinato a me, io ho riconosciuto il suo potenziale e, rispettoso nei suoi confronti, non ho chiesto altro e mi sto appagando ricevendo il suo pene in bocca invece che nel culo. Anche se avrei voluto. Avrei voluto rotolarmi con lui nel letto evidenziando la differenza di età dei nostri rispettivi corpi. Avrei voluto che le sue mani rugose mi accarezzassero mentre il suo cazzo bianco mi trombava. Ma non importa. Tanto lo sperma lo assaggerò lo stesso, no? L’uomo mi prende per la testa e me la spinge contro il suo pube per un paio di volte ancora fino a quando scarica nella mia bocca tutta la sua essenza. Con la lingua la spingo fuori dalle mie fauci così mi cola lungo il mento ma poi la raccolgo con le mani e la lecco tutta ingoiandola piacevolmente. Lui mi ringrazia dandomi uno schiaffetto leggero, si rimette il cazzo nei pantaloni e poi si allontana. Io, invece, ritorno al locale ma non ci sto molto e poco dopo torno a casa mia.
“Sono molto preoccupato”, fa Giorgio un giorno di Luglio dopo il malessere di Camilla
“Perché sei preoccupato?”
“Ti ricordi quando tu hai scopato con il professor Christian a Venezia e mi hai trovato con Camilla?”, mi chiede Giorgio ed io gli rispondo mormorando, con un misto di rabbia per la sua scopata e, con dolcezza per la mia “non abbiamo usato il preservativo e le sono venuto dentro”
“Che cosa stai cercando di dirmi? Che se si scoprisse che e’ incinta, il padre potresti essere tu?”, gli domando sconvolto
“C’e’ una piccola possibilità”
“Ma come si può essere così stupidi? Come hai fatto a dimenticarti di metterti il preservativo?”, lo aggredisco verbalmente
“Anche tu non lo usi la maggior parte delle volte con i tuoi amanti”
“Ma io non rischio di rimanere incinto”
“Ma potresti prendere qualche malattia”, mi ricorda
“Ok, ok, non pensiamoci adesso. Potrebbe anche abortire”
“Ma che cazzo stai dicendo? Sei un mostro, Giulio”, mi dice adirato “come fai a pensare una cosa del genere? Mi fai schifo”, sbotta Giorgio
“Non dire parole che non pensi”, cerco di calmare Giorgio che invece ha gli occhi rossi dalla rabbia “io ho parlato di aborto perché non e’ detto che lei voglia questo bambino e di certo tu non sei adatto per fare il padre”
Dopo queste parole, Giorgio si alza dalla panchina del parco dove eravamo seduti e se ne va lasciandomi da solo. Mentre mi da le spalle lo chiamo per convincerlo a non andarsene ma capisco che l’ho fatta davvero grossa questa volta, che ho detto parole che mai avrei dovuto dire e me ne pento. Per questo motivo, cerco di contattarlo per giorni telefonicamente ma rifiuta di rispondere alle mie chiamate. Gli mando messaggi ma li legge e non mi risponde, si fa negare addirittura dalla madre quando vado a trovarlo a casa e quella povera donna deve inventarsi mille scuse senza sapere il vero motivo che ci ha portati a litigare così di brutto. Anche quelle rare volte che ci vediamo per strada, mentre io cerco di avvicinarmi, lui cambia completamente direzione. L’ho fatto davvero arrabbiare questa volta ma quello arrabbiato dovrei essere io, non lui. E’ lui che ha fatto sesso non protetto con una ragazza, e’ lui che ha messo al mondo inconsciamente un altro essere ed e’ lui che sicuramente dovrà sposarsi perché da noi si usa ancora così: se metti incinta qualcuna, e, se hai la testa sulle spalle, devi sposartela in un matrimonio riparatore. Potrebbe anche rifiutarsi ma lo conosco fin troppo bene e so che se glielo proporranno, non si tirerà indietro nonostante questo significherebbe diminuire i nostri incontri e le nostre uscite al locale gay in cerca di carne fresca.
“Tesoro che cos’hai?”, mi chiede papà
“Niente, non ho fame”
“Tutto bene? Perché stai così?”, mi domanda mamma
“Ho mal di stomaco”
“Vuoi che chiamiamo il medico?”
“No mamma, non ce n’e’ bisogno”
“Ma non sei mai stato così”, fa papà “sicuro che sia lo stomaco?”, continua e penso che abbia capito che io stia mentendo
“Si, e’ lo stomaco. Forse dovrei uscire un po’”
“Si, dovresti farlo, ti farà bene”
“Ma se stai male forse dovresti restare a casa”
“Lascialo stare” fa la moglie al marito “se vuole uscire e se la sente, e’ meglio che lo faccia piuttosto che restare chiuso in camera”
“Ti voglio bene, mamma”, le dico baciandola sulla guancia “e anche a te, papà”, gli dico baciando anche lui sulla guancia
Poco dopo la cena, esco un po’. Al locale c’e’ il pienone come al solito. Seduto ad uno sgabello, osservo un ragazzo di spalle. Mi sembra di riconoscerlo. Ha i lineamenti del mio ex trombamico ma non ne sono sicuro. Le luci psichedeliche che si muovono oscurando o illuminando il ragazzo, non mi consentono di capire esattamente chi e’ fino a quando non si gira verso di me. E’ davvero Giorgio, l’avevo riconosciuto. Mi brillano gli occhi quando lo vedo ma purtroppo non e’ da solo. E’ in compagnia di un giovane di una non meglio identificata etnia. Sta flirtando con lui come farebbe una prostituta in cerca di un cliente ma soltanto perché mi ha visto. Ha capito che io mi sono accorto della sua presenza e vuole farmela pagare. Ma non sa che non mi interessa, che non mi importa se lui vede altre persone perché lo facevamo anche mentre stavamo insieme. Dopo un po’ li vedo uscire abbracciati per il collo. Vorrei andarmene ma la mia attenzione viene attirata da un uomo sulla quarantina seduto ad un divanetto. Ha i capelli corti medio lunghi e una barbetta incolta. Indossa una maglia blu e uno jeans. Mi guarda bevendo il suo drink e mi fa il segno del brindisi. Io contraccambio e poi mi alzo avvicinandomi a lui. Parliamo un po’, mi dice di chiamarsi Cornelio, che ha 45anni ed e’ venuto in vacanza dalla sua Puglia. Il suo accento mi affascina ma subito veniamo interrotti da un altro signore.
“Che cosa fai?”, gli chiedo mentre il tizio si e’ accomodato vicino a me “non vedi che sto parlando con lui? Puoi lasciarci da soli?”
“Neanche per sogno”
“Sei veramente un tamarro”, l’offendo
“Lascia che ti spieghi”, fa Cornelio “lui e’ mio marito Howard”, mi rivela mentre quest’ultimo mi saluta “ci siamo sposati il mese scorso a Las Vegas e siamo in luna di miele”
“Ah davvero?”, domando ammiccando accavallando le gambe “siete dei porcellini, quindi, in cerca di carne fresca”, continuo mordendo la cannuccia del drink
“Sembra che l’abbiamo trovata”, fa l’inglese
“Sono sicuro che nessuno si farebbe scappare l’occasione di avere due maschioni tutti per se”, gioco con loro osservando Howard che ha 52anni ed i capelli bianchi
“Tu vorresti averci a tua disposizione?”, mi chiede Cornelio prendendomi il mento con l’indice e il pollice “so che ti piacerebbe giocare con uno di noi ma se c’avresti insieme, non ne approfitteresti?”, prosegue ma non sa che ho già partecipato ad un’orgia quindi tenere a bada solo due maschi, per me e’ un giochetto a ragazzi
Raggiungiamo il loro albergo e subito mi metto comodo. Non sto seduto molto sul divano perché i due mi fanno alzare di prepotenza e mi abbassano violentemente il pantaloncino facendomi rimanere in boxer. Il mio intimo e’ deformato dal mio cazzo eretto che viene massaggiato accuratamente dalle mani di Howard ma poi Cornelio mi getta sul divano togliendomi le scarpe e i pantaloni completamente. Poco dopo, anche loro due iniziano a massaggiarsi le minchie sopra i pantaloni. Io mi siedo comodamente sul sofà scendendo a terra con le ginocchia ritrovandomi davanti al bozzo di Howard. Mi prende la testa e mi fa strusciare con la faccia sulla sua protuberanza facendomi aprire la bocca, poi mi lascia andare e gli slaccio la cintura, gli abbasso la zip e quando scosto l’elastico delle sue mutande, una belva di 22cm spunta fuori. Lo prendo in mano e me lo porto alla bocca. Comincio a spompinarlo e segarlo contemporaneamente mentre Howard mi prende per la nuca spingendomi la sua banana dentro le mie fauci. Continuo questo bellissimo giochetto osservando Cornelio che si sta toccando. Lui, al contrario del suo compagno, si spoglia da solo esibendomi la sua nerchia da 20cm. Le alterno nella mia bocca divertendomi un po’ e loro fanno a gara chi riesce a ficcarmelo più in profondità nel mio cavo orale. Non so dirvi con precisione chi abbia vinto perché in questo preciso momento, non bado a questa formalità. Mentre succhio due cazzi fuori dal normale, Howard mi abbassa i boxer e mi infila un dito nel buchetto massaggiandolo delicatamente e accarezzandomi le chiappe. Si gira privandomi della sua potenza erotica per farsi leccare il culo. Ha quell’odore misto tra il pulito e il sudaticcio che mi arrapa.
“Scopatelo dai”, dice Cornelio a Howard
“Aspetta, ha una lingua superba”, gli risponde mentre io proseguo nello slinguazzamento dell’ano anglosassone
“Nel frattempo gli preparo il suo”
“Si, leccamelo”, gli ordino quasi mugolando perché ho lasciato le natiche di Howard affondandoci dentro con la faccia ed ho usato le mie mani per allargare il mio culo
“Leccaglielo per bene che voglio scoparlo senza preservativo e deve entrargli tutto”, dispone l’inglese al fidanzato “vuoi essere scopato, frocetto?”, mi chiede allargandosi le chiappe e muovendole facendo muovere di conseguenza anche la mia testa
Howard smette di farsi leccare il culo e priva anche il mio della morbida lingua di Cornelio. Mi prende per le maniche della maglietta e mi getta su una sedia facendomi posizionare a novanta gradi. Sento uno sputo che spalma sul suo cazzo il quale subito dopo viene inserito prepotentemente dentro il mio retto. L’inglese mi prende per il retro della maglietta tirandola a se e il colletto mi stringe talmente così forte che quasi mi strozza. Howard mi sta scopando facendomi sollevare e poggio le mie mani sulla sedia. Sento lo sfregamento della pelle del suo cazzo contro le pareti del mio ano mentre il mio, ancora intrappolato nel boxer che e’ stato abbassato solo dalla parte posteriore, mi fa male. Credo che questo, anche inconsapevolmente, sia una loro punizione, un loro sadico gioco per farmi provare dolore. Howard ora mi prende per il collo usandolo come perno per le sue bordate contro le mie chiappette arrossate. Ogni tanto me le tocca ed e’ un piacere per me sentire la pelle di un cinquantenne strusciarsi contro la mia, quella di un 19enne. Successivamente, mi poggia la testa sulla sedia schiaccandola con la mano destra ed usa quella sinistra per schiaffeggiarmi i glutei alternativamente. Intanto Cornelio gira per la stanza menandosi il cazzo e aspettando il momento in cui il suo compagno lo fa godere permettendogli di scoparmi. Ma Howard ne ha ancora per molto. Con la testa schiacciata e la bocca aperta, la guancia sinistra inizia a farmi male e sono costretto ad aggrapparmi ai piedi della sedia che sento scricchiolare ed ho paura che possa rompersi e farmi male, forse anche più di chi mi sta scopando. Poi l’inglese rallenta la furia, mi fa spostare da sopra la sedia e mi getta a terra con il culo all’aria uscendo da me.
“Ora tocca a me scoparlo”, fa Cornelio
“Si, fottitelo per bene”, lo incita Howard
“Voglio scoparmelo come una cagna”
“Tanto e’ quello che e’”
“Si, scopatemi, fatemi godere”, li imploro
Cornelio si avvicina a me e mi getta a terra dopo che mi ero sollevato a fatica. Cado letteralmente sul pavimento ma lui si abbassa dietro la mia schiena prendendomi per i fianchi in modo da posizionarmi a pecorina. Poggio le braccia per terra e lui mi penetra violentemente. Con le sue mani mature sul mio culetto, Cornelio mi scopa aggrappandosi pure lui al colletto della mia maglietta, in questo modo il suo poderoso cazzo entra nelle mie viscere solleticandomi le chiappe con i peli pubici ed io reclino all’indietro la testa per il dolore ma soprattutto per il piacere. Subito dopo, me la schiaccia sul pavimento facendomela ruotare di 45°. Le sue spinte fanno muovere il mio capo che gratta contro la superficie calpestabile e mentre vengo chiavato da Cornelio, il suo partner e’ seduto su una sedia e si masturba la sua attrezzatura da riproduzione. Sollevo leggermente la testa e mi poggio nuovamente a terra con i gomiti. Cornelio mi accarezza dolcemente le gambe e le chiappe facendomi venire i brividi ogni qualvolta che la mia epidermide viene a contatto con i suoi calli. Quando di nuovo la furia di scopatore si impossessa del suo corpo, mi prende per i capelli e spinge spietatamente. Mi tiene successivamente per le spalle con una mano mentre l’altra me la mette davanti alla faccia coprendomi il naso e la bocca impedendomi di respirare proseguendo, però, sempre a scoparmi senza pietà.
“Così lo soffochi”, gli ricorda Howard
“In questo modo gode di più”, lo informa Cornelio “e’ vero che stai godendo, troietta?”, domanda
“Si, si”, mugolo io mentre il mio culo non ha un attimo di respiro
“E’ una puttana”, fa Howard
“Non ne ho mai conosciuto come lui”, gli fa eco Cornelio
Quest’ ultimo e’ un incessante macchina del sesso. Prosegue a trombarmi il retto tenendomi la mano davanti alla bocca. Quello che gli ha detto il suo compagno si sta trasformando in realtà. Comincio a sentire una sensazione di malessere, mi manca l’aria e sto per perdere i sensi ma fortunatamente lascia la presa facendomi respirare e mi abbraccia per il collo muovendo sinuosamente il suo bacino contro il mio culetto rotto. Devo alzarmi un po’ poggiando le mani sul pavimento invece che i gomiti doloranti per il peso che Cornelio ha scaricato sulla mia schiena poggiandosi su di me. Howard, invece, si e’ alzato e sta cominciando a segarsi godendosi la scena che io e la sua anima gemella gli stiamo regalando. Sono davvero diventato una cagna solo per loro due o per tutti gli altri, non importa, ma quello che più conta e’ che Howard e Cornelio non mi hanno mai poggiato su una superficie morbida ma hanno voluto scoparmi per terra o su una rude sedia di legno facendomi capire quale sia il mio posto, quello del sottomesso, senza che io possa provare godimento cosa che invece devono sentire solo loro. Howard adesso viene verso di me e si inginocchia davanti alla mia faccia sventolandomi il suo cazzo davanti alla bocca. Le spinte di Cornelio fanno in modo che il pene mi venga sbattuto in faccia e che poche volte finisca dentro le mie fauci ma quando succede, mi viene spinto fino a toccarmi l’ugola.
“Dai, fammelo trombare di nuovo”, dice Howard a Cornelio
“Aspetta ancora”
“Non resisto. Se continua così gli sborro in bocca”
“Va bene, amore, ti accontento”, fa Cornelio uscendo dal mio pertugio
“Datemi la vostra sborra”, gli suggerisco
Howard occupa nuovamente il mio caldo e famelico budello. Mi tiene per le spalle spingendo il suo poderoso pene sbattendo le sue palle contro le mie. Con la mano sinistra poggiata sul pavimento, usa l’altra per segarmi fino a farmi sborrare con un lungo schizzo che macchia il pavimento sotto di me. L’inglese mi afferra per il collo come se volesse strangolarmi e mi fa perdere l’equilibrio facendomi cadere a terra, così mi sporco l’addome del mio stesso seme e mi fa sbattere la guancia destra. Si aggrappa anche ai miei capelli per muovere convulsivamente il suo bacino contro il mio povero culo martoriato. Ormai sono privo di forze. Non riesco a sollevarmi e poggio tutte e due le mani come segno di resa. Cornelio si avvicina a noi e lo sento toccare le palle del suo innamorato e anche il mio perineo facendomi un po’ di solletico. E’ quasi come se voglia spingere il cazzo della sua anima gemella sempre più in profondità. Ma tanto lo sta già facendo e non servono questi mezzucci per farci fare una cosa che stiamo mettendo in atto. Successivamente a tutto ciò, Howard esce dal mio culo. Lo sento bruciarmi per lo sfregamento forsennato della pelle dei loro cazzi. Vorrei farmi sborrare sul buchetto per utilizzare il loro seme come unguento ma temo che possa bruciarmi ancora di più. Howard si siede sulle mie spalle e sborra sulla mia faccia piegata di 45° insudiciandomela con il suo succo scrotale che mi finisce anche dentro l’orecchio. La stessa cosa fa Cornelio completando l’opera di dipingere con un nuovo ed unico colore il mio bel viso.
“Certo che sei davvero una bella puttana”, fa Cornelio verso di me
“Cazzo, come ho goduto”, gli risponde Howard
“Ti sono piaciuti i nostri cazzi?”
“Tantissimo”, gli dico rivestendomi cercando di essere il più sensuale possibile “siete stati dei veri maschi a trattarmi da zoccola”
“Se vuoi possiamo rifarlo”, mi dice Cornelio
“Anche domani”, gli fa eco il compagno inglese
“Meglio aspettare un altro po’”, preciso “devo riprendermi da questo bellissimo trattamento”, continuo facendoli sorridere
“Ero sicuro che ti sarebbe piaciuto”
“Si, però adesso datti una sistemata e vattene. Levati dai coglioni”, mi ordina Howard mentre lui va via nell’altra stanza cingendo le spalle del suo uomo proprio come se, per loro, tutto questo sia stato un gioco
Finisco di vestirmi e mentre raggiungo la porta, mi guardo ad uno specchio. Sulla guancia destra noto che un leggero rossore, dovuto alla caduta, si sta sostituendo al pigmento naturale dell’epidermide. Sono arrabbiato con me stesso ma soprattutto con Giorgio. E’ stata colpa sua se mi sono fatto avvicinare da Cornelio ed Howard che mi hanno trattato come un buco da fottere piuttosto che da persona umana. Con tutta la rabbia che ho dentro, mi precipito da lui. Come al solito sua madre nega la sua presenza in casa ma io ho visto le luci della sua stanza e così entro all’improvviso e lo trovo seduto al computer intento a giocare a Puzzle Bobble. Quando mi vede, noto nei suoi occhi la gioia di incontrarmi anche se le sue sopracciglia aggrottate mi indicano il contrario. Dopo aver tranquillizzato la madre che ci lascia da soli, confesso tutto il mio amore a Giorgio. Lui si scioglie come neve al sole ritornando quello di prima anche se mi svela che quello che temevo e’ ora la verità: Camilla e’ incinta veramente e il bambino che la ragazza porta in grembo e’ suo. Non mi importa di questo, io voglio lui e se devo dividerlo con una moglie e un figlio, me ne farò una ragione. Non voglio separare un padre dal suo bambino, non lo farei mai. Fortunatamente, però, la famiglia di Camilla, proveniente dal Nord Italia, non gli impone neanche di sposare la ragazza perché non hanno mai badato a certi convenevoli medievali del Sud Italia. La mia relazione con Giorgio e’ protetta anche se minacciata…


FINE CAPITOLO 27

TO BE CONTINUED

QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA ADOLESCENZA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI
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